Capannoli, 20 Settembre 2016
Dalla savana africana, alle spiagge bianche delle Hawaii, fino alle praterie della Patagonia, incappando qua e là in utensili e oggetti di età etrusca, ma anche in ceramiche e monete dell’antichità. Si spazia nel tempo, nella storia e nei più disparati ambienti naturali a Capannoli, grazie al Museo Archeologico e a quello Zoologico di Villa Baciocchi. Una ricchezza a disposizione di tutta la comunità che cresce e si rinnova continuamente grazie anche al sostegno offerto dalla Rete Museale della Valdera, di cui il Polo Museale capannolese fa parte.
“La nostra attività di gestione dei Musei Civici di Capannoli – spiega la responsabile dell’Associazione Rerum Natura, Katia Morucci – è piuttosto complessa articolata: ci occupiamo infatti di diversi aspetti: dall’animazione, all’ampliamento e rinnovamento degli allestimenti, dall’apertura al pubblico, fino alla divulgazione e all’organizzazione di eventi e iniziative. È facile comprendere come, per tutto questo, siano fondamentali adeguate risorse”.
“A questo proposito – continua Morucci -, sia la nostra associazione che l’amministrazione comunale fanno la loro parte. Il Comune di Capannoli si interessa infatti della manutenzione dei locali, mentre i volontari assicurano le aperture al pubblico e organizzano occasioni di autofinanziamento per l’acquisto di materiali utili ai laboratori didattici. Ma tutto questo non basta per valorizzare e promuovere al meglio il prezioso patrimonio dei Musei”.
“A tutto ciò pensa la Rete Museale della Valdera, di cui facciamo parte – afferma Katia Morucci -. Senza questo network nato in seno all’Unione Valdera, ad esempio, non saremmo mai riusciti a intercettare il finanziamento di 26 mila euro che Regione Toscana ha concesso per un progetto finalizzato alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio museale del nostro territorio”.
“Senza il rinnovamento degli allestimenti, senza azioni mirate di promozione e pubblicizzazione, senza l’organizzazione di iniziative ed eventi, un Museo rischia di restare vuoto – conclude -. Per questo il supporto alle nostre piccole, ma preziose realtà offerto dalla Rete Museale della Valdera è irrinunciabile”.